Sicuro imperfetto

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Sicuro imperfetto

Trovare la sicurezza in sé stessi nella propria unicità

 

Se in prossimità di un appuntamento importante passassi in rassegna il mio armadio, diciamo per un’oretta buona, chiedendo il parere dell’amico“esperto di turno” per avere un riscontro su quello che percepisco essere un pessimo aspetto, con ogni probabilità potrei definirmi una persona non sempre sicura di sé.

Ma chi di noi non ha mai mostrato incertezza su quale auto comprare, dove andare in vacanza…? Avere dubbi non soltanto è lecito, talvolta è auspicabile..

Ora però, se ad ogni scelta da fare, dal paio di scarpe a quella del piatto da ordinare al ristorante, o alla facoltà in cui iscrivermi, provassi un costante senso di insicurezza che mi blocca lasciandomi incapace di compiere delle azioni, o ancora se pensassi sempre che quello che andrò a fare andrà male e sarà l’ennesima dimostrazione che non valgo nulla, allora quella sarebbe una condizione emotiva pervasiva con cui iniziare a fare i conti.

Mi riferisco alla sensazione di non riuscire a fare la cosa giusta, di restare fermi, di non sapere cosa si vuole dalla vita che fa sentire soli, immersi nella spirale di pensieri negativi in grado di demolire le nostre certezze.

Quando si è molto insicuri sappiamo già che le cose andranno male, e se per caso così non fosse, beh sarebbe solo un gran colpo di fortuna, non ce lo meritiamo e tutti prima o poi se ne accorgeranno.
L’insicurezza fa vacillare la nostra percezione della realtà interna ed esterna.
E’ una condizione emotiva di cui tutte le persone normalmente fanno esperienza, fa dubitare di quello che si pensa e temere di prendere decisioni sbagliate.

Si può manifestare in concomitanza ad eventi importanti della vita (la perdita di una persona cara, il cambio di lavoro o di città, la fine di una relazione sentimentale, ecc.) che, più di altri, mettono la persona in discussione.
Di per sé non è dannosa; anzi, in alcuni casi, può essere utile a farci compiere la scelta più giusta.

Diverso è quando non si lega ad una specifica situazione ed è una sensazione che persiste nel tempo, che interessa più aree di vita e si fa sentire anche rispetto a banali decisioni quotidiane.
Porta con sé la mancanza di fiducia nelle proprie capacità, l’abbassamento dell’autostima, un forte senso di fallimento, il timore di non essere in grado di fare le cose nel modo migliore e di farsi voler bene dalle altre persone.

Ci si può ritrovare ad avere pochissime relazioni sociali aumentando così il senso di insicurezza e di inferiorità fino ad arrivare a stati depressivi.
E’ così che diventa impensabile parlare in pubblico, proporsi ad un colloquio di lavoro, presentarsi ad un esame o fare il primo passo con chi suscita il nostro interesse. Ed è così che ci si sente frustrati, arrabbiati con la sensazione di non riuscire a farcela da soli.

E’ questo tipo di comportamento che porta con sé il rischio di fare scelte non corrispondenti ai propri desideri e la capacità di riconoscere ciò che importa veramente per noi viene meno, la confusione aumenta.
Si resta intrappolati in un vortice di sensazioni negative, con la paura crescente di restare soli, di apparire imperfetti finchè non si decide di affrontare le situazioni che generano insicurezza per riuscire a “sbloccare” le situazioni problematiche e provare soddisfazione in quello che si fa.
Sarà necessario scrutare il proprio mondo sotterraneo, fermarsi a chiedere come sono finito qui, è ciò che voglio, mi fa star bene?
Forse non volevo fare il medico, vivere in questa città, giocare a pallavolo…
Quando ho smesso di chiedermi cosa voglio? Me lo sono mai chiesto?

Carl Jung chiamava Ombra il “lato oscuro” della nostra personalità. Si tratta di un mondo sotterraneo della nostra psiche nel quale si trova la nostra essenza più primitiva, gli istinti repressi, ciò che la nostra mente cosciente rifiuta. Può essere sede di emozioni e istinti che riteniamo negativi. Da qui la sensazione di contrasto con noi stessi quando lavoriamo su frustrazioni, paure, insicurezze e risentimenti.
“Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore” Carl Jung-

La consapevolezza della nostra parte più nascosta ci permette di raggiungere il benessere attraverso un percorso di “guarigione”. La nostra Ombra è anche sede del nostro potenziale creativo, la si può conoscere attraverso un viaggio interiore dentro sé stessi.
Trascurare il nostro lato più nascosto può privarci dell’equilibrio e dell’opportunità di essere felici.

Equivale a dire che occorre riconoscere ed entrare in contatto con le nostre paure, i traumi del passato, le delusioni che ci avvelenano, i sogni non realizzati per indecisione. Occultarli rischia di farci controllare da altro senza mai raggiungere piena conoscenza di sé e senza mai piacerci. Portare alla luce le nostre parti più nascoste consiste in un lavoro delicato e prezioso. Venendo a contatto con la nostra parte più inconscia sarà possibile riconoscere le nostre emozioni bloccate, sia positive che negative, causa di sofferenza.
L’ambiente in cui viviamo, la famiglia di origine, la cultura, la società possono condizionare le nostre predisposizioni innate.
Se il divario tra quello che sentiamo dentro e quello che gli altri si aspettano da noi è eccessivo, possiamo perdere di autenticità e autostima.

Il compito di ognuno è quello di esprimere la propria autenticità e non cedere sulla propria “vocazione”, desiderio. Ci si ammala, sostiene lo psicanalista Massimo Recalcati, quando qualcuno rinuncia ad ascoltare la chiamata del proprio desiderio.
Tutti hanno un desiderio ma si ha quasi il timore di esprimerlo ad alta voce.

Per rispondere alla domanda se si è rimasti fedele al proprio desiderio occorre domandarsi se abbiamo seguito la direzione del nostro talento, inclinazioni, passioni.
La preoccupazione di compiacere l’altro, di renderci amabili ai suoi occhi, di significare qualcosa per lui, di corrispondere il suo desiderio, senza tenere in considerazione il proprio, ci porta al suo sacrificio. E allora il desiderio muore.
Da qui nasce la nostra sofferenza.
In questo abbiamo una responsabilità, quella di trovare il nostro percorso verso la ricerca del proprio talento e verso la felicità.

Ma quali sono i possibili modi per acquisire fiducia in sè stessi?

● Identificare i pensieri negativi (es. Fallirò sicuramente)
– Nominarli ci permette di riconoscerne l’aspetto irrazionale ( non vi sono prove tangibili di un imminente fallimento);
– Individuarne la radice (quando li ho sentiti per la prima volta);
-Infine riformularli in termini positivi (voglio fare del mio meglio)

● Ampliare gli spazi di condivisione con le persone che sento vicine, amici famigliari , gruppi di sostegno
Entrare in connessione con loro ci permette di mantenere una prospettiva costruttiva.

● Stare nel qui e ora
Occorre tenere lontano il rimuginio sulle cose andate male in passato. Quando versiamo in questo stato diventiamo attenti selezionatori di esperienze negative, dimenticandoci tutte le volte in cui ce l’abbiamo fatta.

● Riconoscere i propri talenti
Ogni persona possiede delle speciali abilità di cui può fare scoperta attraverso il contatto con le arti, la musica, il ballo, la fotografia, viaggiando o coltivando hobby. Oltre a farci sentire appagati migliorerà la sicurezza di sè e scopriremo così cosa desideriamo davvero.

● Gestire le emozioni
Essere in grado di affrontare le proprie paure ci permette di acquisire maggiore fiducia in se stessi.

● Smettere di paragonarsi agli altri
Siamo tutti unici e diversi e soprattutto imperfetti, è questo il bello.

● Prendersi cura di sé
Occupiamoci di noi facendo esercizio fisico, valorizziamo il nostro aspetto. Assicuriamoci un sonno di qualità.

● Diamoci obiettivi piccoli e raggiungibili
Ricordiamoci che talvolta di fronte a grandi progetti, l’obiettivo è avvicinarsi all’obiettivo. Procediamo a piccoli passi.

● Individuare le aree che necessitano un miglioramento
Lungi dall’inseguire la perfezione, proviamo ad analizzare quali passi poter attuare e procediamo per costruire un poco alla volta la fiducia nelle nostre risorse.

E’ un lavoro lungo e complesso occuparsi di sé ma è il compito migliore che ci possiamo dare e il più bel regalo che possiamo farci, trovare la nostra unicità e godere del nostro essere SICURI IMPERFETTI.

 

2020-02-19T11:45:28+01:00
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