I DISTURBI ALIMENTARI

I disturbi del comportamento alimentare manifestano una profonda sofferenza dell’animo .

Non sono disturbi dell’appetito ma un malessere interiore.

Ciò che accomuna chi è affetto da disturbi della condotta alimentare è il profondo senso di solitudine e l’estrema sensibilità a qualsiasi delusione tali da mantenere l’attaccamento al sintomo molto saldo e da mettere in condizione di scacco chiunque vi si avvicini.

Il controllo del bisogno del cibo incarna l’illusione di tenere lontanto il bisogno e la paura dell’altro e il corpo diventa il luogo di una silenziosa lotta. L’anoressica protesta per il suo diritto all’amore, rifiutando il cibo mostra che nessun oggetto può riempire il suo vuoto, la bulimica mangia all’infinito perchè nulla può soddisfare il suo bisogno d’amore (Recalcati, 1997). Nella bulimia si instaura una dipendenza dal cibo come quella dalla droga e dall’alcool. La vita si svolge mangiando e vomitando incessantemente . La condotta anoressica può inziare con una dieta dimagrante, ossessionata dalla bilancia non si sente mai abbastanza magra, la fame viene negata, il peso e le calorie misurate in modo ossessivo e incessante. L’umore, il senso di adeguatezza e l’identità sono perturbati di continuo dall’immagine irreale che lo specchio rimanda, dalle ossa sporgenti, dalla capacità di rinunciare ai bisogni fondamentali dell’essere umano. Per la persona obesa talvolta il grasso rappresenta una barriera difensiva per proteggersi dalle proprie paure e difficoltà, il cibo allevia il senso di solitudine, laddove è la stessa mancanza dell’altro che protegge la persona dal pericolo del desiderio altrui. Il grasso, come le ossa sporgenti, cancellano dal corpo le forme femminili.

E’ un dolore permanente che allontana dalla vita.

Oltre alle forme classiche, esistono una serie di nuovi disturbi alimentari, presenti in età sempre più precoce. Ortoressia (dipendenza esclusiva e minuziosa dai cibi “sani”), bigoressia (ossessione, principalmente maschile, per il corpo atletico e muscoloso) drunkoressia (digiuno protratto finalizzato all’assunzione sregolata di alcolici), in tutti è presente la difficoltà ad accettare il proprio corpo.

I disturbi alimentari se non curati o se diagnosticati tardi si cronicizzano in modo grave con il rischio di compromettere il funzionamento del corpo e i legami sociali.

Rifiuto del cibo, dimagrimento, abbuffate, condotte di espulsione, abuso di alcool, sono segnali di una profondo disagio.

I genitori sono implicati nei disturbi del comportamento del proprio figlio. Ciò non vuol dire che ne sono la causa, piuttosto sono sempre coinvolti dai modi di espressione del disturbo, poiché l’espressione di sofferenza segna una distanza relazionale fra l’adolescente e il mondo adulto. Il genitore va sostenuto nel suo ruolo e decolpevolizzato, riconosciuto nella sua sofferenza, chiamato ad essere partner attivo nel percorso di crescita del figlio. Il suo contributo è importante nel percorso verso la guarigione

CURA DELL’ANORESSIA BULIMIA

I disturbi alimentari non riguardano semplicemente un rapporto disfunzionale con il cibo, ma essendo la spia di un problema legato alla storia individuale di ciascuno, non nascono da una causa unica e universale. Per questo l’attenzione va rivolta non solo al comportamento alimentare, ma è necessario accogliere il paziente così da mettere in parole ciò che è visibile nel corpo, capire le cause.